AUGUSTA. CANCELLI DELLA GISIRA. LA CURIA SOLLECITA IL SINDACO, MA AVVERTE “NESSUN CONDIZIONAMENTO DAI SOCIAL O ALTRI MEZZI DI INFORMAZIONE”
di Giorgio Càsole
Augusta. Palmiro Prisutto non ci sta. Non ci sta a subire le azioni del condomino Gisira, un vero villaggio privato sulla costa di Brucoli, con tanto di cancelli che impediscono alle automobili l’accesso al mare, che è di tuti, e, sostanzialmente, anche all’antico eremo dell’ Adonài, che è sì dell’arcidiocesi di Siracusa, ma è anche un luogo di culto, dove si celebra quotidianamente la messa e che, nello stesso tempo, rappresenta un’autentica risorsa del cosiddetto turismo religioso, tant’è che si può trovare ospitalità all’interno dell’eremo anche per piccole comitive. Palmiro Prisutto, già arciprete di Augusta, ne è il rettore da oltre trent’anni e grazie alle sue cure, anche personali, l’eremo è rifiorito e può essere un luogo per coltivare lo spirito. Invece di agevolarne la conoscenza e l’accesso in questi tempi in cui ci si muove con l’auto e non con i carretti o, peggio, a dorso di mulo, le strade asfaltate dei due villaggi che assediano l’eremo sono aperte solo per i villeggianti dell’ex villaggio Valtur e per i villeggianti residenti all’interno del condominio Gisira, i quali obiettano che si può accedere per andare a mare a piedi, trascurando la distanza kilometrica – un’enormità sotto il sole per anziani e per chi ha bambini- e si può andare in auto all’eremo percorrendo una strada sterrata e accidentata, buona solo per i boy-scout. Don Palmiro fa riferimento a un contenzioso che dura da tempo ma che potrebbe essere risolto e precisa: “Noi non siamo quelli che necessariamente devono fornire l’altra guancia e, invece, loro hanno 4 mani per schiaffeggiare. Diritti e doveri devono essere rispettati da ambo le parti”. Don Prisutto non si rivolge solo ai giornali per dare risonanza alla sua voce. Prima si rivolge alle istituzioni, poi ai giornalisti. Ha scritto prima al sindaco Di Mare poi alla Curia- Per conto del vescovo Lo Manto, il vicario generale, Sebastiano Amenta, ha sollecitato Di Mare, con questi termini: “Il santuario di Maria SS.ma Mater Adonai vive da decenni una situazione di disagio causata dalla particolare posizione in cui sorge e dallo sviluppo edilizio della zona, che oggi registra la presenza di un villaggio turistico e di un condomino residenziale privato. In conseguenza di ciò, nel tempo si sono verificate varie problematiche, tra le quali la più impellente è quella relativa alla strada di accesso al luogo di culto, che, per ragioni varie risulta particolarmente disagevole”. Senza entrare nel merito del contenzioso così come prospettato da Prisutto, il vicario Amenta auspica una risoluzione in tempi brevi perché “si possa offrire alla Cittadinanza tutto il frutto di questo percorso di lavoro”. Il Comune potrebbe espropriare per pubblica utilità la strada he dal cancello della Gisira porta al mare e al santuario o, in alternativa, potrebbe far asfaltare e ampliare la strada sterrata che porta al santuario, ma non al mare. Nella citata lettera al sindaco, il vicario Amenta, inopinatamente avverte “che la competente interlocuzione di tutti i soggetti coinvolti , siano essi istituzionali che privati, non è e non potrà essere condizionata da posizioni polemiche” (sic) “assunte da chicchessia sui ‘social’ o u altri mezzi di informazione”. Al di là del linguaggio curialesco, qual è il significato di questa raccomandazione? Mettere la sordina a don Palmiro’