Ad Augusta, per eliminare il passaggio a livello, i proprietari delle abitazioni prospettano un percorso alternativo
AUGUSTA.“CI VOGLIONO ABBATTERE LE CASE PER LA NUOVA LINEA FERROVIARIA”
di Giorgio Càsole
Augusta. Otto case, un’azienda agricola e due centri commerciali rischiano d’essere cancellati se passerà il progetto del nuovo tracciato ferroviario per eliminare il passaggio a livello fra Via Lavaggi e Viale Italia. Se andrà in porto questo progetto, la stazione ferroviaria, da anni, ormai, non presidiata da alcun tipo di personale, sarà spostata altrove. La stazione e il relativo passaggio a livello risalgono al tempo in cui gli augustani erano tutti dislocati nell’isola. Stazione e passaggio a livello erano, in periferia, allora sostanzialmente zona quasi deserta. Dall’immediato secondo dopoguerra, con l’avvento dell’industrializzazione, originata dall’avvento della raffineria Rasiom di Angelo Moratti, la periferia è diventata progressivamente area urbanizzata, intensamente urbanizzata. Il via fu dato dallo stesso Moratti che fece costruire un vero e proprio villaggio – detto appunto villaggio Rasiom – dove ospitare le famiglie dei tecnici della Rasiom che Moratti aveva portato con sé da Fiume in Istria (oggi Croazia) e da altri territori istriani e no. L’area periferica, chiamata ancora oggi “Borgata”, è diventata un’area talmente densa di case e abitanti da aver surclassato il centro storico, che viene sentito come distante, tant’è vero che sono in molti a chiamare Augusta l’antico abitato. Il passaggio a livello, che segna il discrimine fra via Lavaggi e Viale Italia e che viene controllato a distanza, non solo appare anacronistico, ma rappresenta una vera strozzatura che, sovente, fa ingrossare le fila di veicoli da una parte e dall’altra, durante la chiusura. Com’è già successo a Siracusa, anni fa, anche ad Augusta si vuole cancellare questa strozzatura e si vuole realizzare una nuovo tracciato ferroviario, che, secondo il progetto, dovrebbe passare da contrada Stancollo, sulla provinciale per Brucoli. Il progetto, che dovrebbe attingere ai fondi del PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza), porterebbe alla completa eliminazione di otto case e di un’azienda agricola, nei pressi di Via Brancati in quella contrada, fino a mettere in serio pericolo l’esistenza di due centri commerciali esistenti sul tracciato nel quale dovrebbe passare la nuova linea ferrata. Contro questo progetto si stanno levando le voci di coloro che, in prima persona, avvertono il pericolo incombente. E’ un autentico grido di dolore che Salvatore Mauro, Marco Spinali e Iaia De Luca ci hanno chiesto di registrare per per sensibilizzare soprattutto il consiglio comunale di Augusta, che deve esprimere un parere al riguardo. Salvatore Mauro, titolare d’un’azienda agricola, che dà lavoro a sei famiglie e proprietario di una casa che insiste nella stessa azienda, esprime in modo pregante la sua forte preoccupazione: “E’ come se mi stesse per cadere addosso una bomba. Il progetto in corso potrebbe far svanire la mia attività, che io costruisco giorno per giorno e su cui metto tutti miei guadagni. Non voglio fare il gradasso, ma non sono nemmeno l’ultimo arrivato e posso affermare che per comprare un terreno come il mio ci vogliono almeno 230 mila euro e sicuramente mi daranno pochi spiccioli. Non sono contrario al progetto di spostare la stazione ferroviaria e di eliminare il passaggio a livello, ma il tracciato dev’essere modificato, tenendo conto di un esteso terreno lì vicino, dove non ci sono né case né aziende.” Gli fa eco Marco Spinali, solidale in tutto con Mauro, e aggiunge che è necessaria un’interlocuzione con il consiglio comunale per scongiurare questo rischio incombente, che porterebbe allo sradicamento dei proprietari delle otto case. “Sono molto attaccato a questa terra e non voglio lasciare”, dice accorato Iaia De Luca, originario di Procida, acclimatatosi quale augustano, dopo quarant’anni di servizio per il Paese nei ranghi della Marina Militare.