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DAL REPORT  DI NICITA LA STRADA PER UN  PD  DI NUOVO  PROTAGONISTA 

Non solo di informazioni e notizie sulla società italiana in generale, è stata ricca l’iniziativa dello scorso 1 dicembre, promossa dal senatore Antonio Nicita con la presenza del sociologo Nando Pagnoncelli, ma anche, se le sapremo utilizzare, di indicazioni importanti per il partito democratico sia a livello locale che nazionale. 

Nell’analizzare  lo scenario politico sono emerse delle indicazioni chiare su quello che dovrà un partito della sinistra, in particolare il partito democratico, mettere in campo per recuperare consensi e presenza nella società italiana.

   Relativamente alla iniziativa di Nicita , con il supporto scientifico del noto studioso demoscopico, non si può non apprezzare l’impegno del senatore Antonio Nicita che ha interpretato il suo mandato anche come strumento di rendicontazione della attività svolta e della situazione generale  del paese e della Sicilia   ai suoi elettori e all’intero territorio. Un reporting da politico responsabile con dovizia di particolari ed analisi  del ben 34 disegni di legge ,13 interpellanze e 25 interventi in aula e in commissione.

   Interventi che hanno spaziato dalla situazione della immigrazione sia dal punto di vista umanitario che legislativo,alle vicende locali come gli interventi per salvaguardare l’apparato industriale in particolar modo la permanenza della grande raffineria Lukoil nel nostro territorio,i temi dell’insularità e gli interventi necessari per il sistema aeroportuale,le norme sui mutui bancari ma soprattutto le battaglie contro l’autonomia differenziata voluta dal centro destra che ove realizzata nei termini in cui viene proposta dalla lega e dal governo Meloni rischia di spaccare ulteriormente in due l’Italia.

   Apprezzabili sono pure stati gli interventi sul PNRR, sui temi della transizione digitale, della trasparenza dell’intelligenza artificiale, sui temi dell’innovazione,dello smart working e in particolare,anche alla luce della sua esperienza precedente, le denunce sulla trasformazione della televisione pubblica in una sorta di Telemeloni.

   Penso che questo sia un metodo importante, quello di comunicare la propria attività al gruppo dirigente del partito, ai militanti, agli elettori ed è sicuramente un modo per coprire quel divario che si è determinato tra eletti ed elettori a seguito di queste infami leggi elettorali che hanno privato gli elettori del diritto di scelta dei propri eletti.

   Spunti interessanti sono stati quelli che hanno fatto rilevare questa grande mobilità dell’elettorato che è emersa nelle ultime quattro tornate elettorali in cui si è verificato un passaggio notevole di consensi dal PD di Renzi al movimento cinque stelle, alla lega e a Fratelli d’Italia.

   In quattro diverse tappe elettorali che si sono svolte nell’arco di cinque anni c’è stato un travaso formidabile di voti da un partito all’altro che manifestano una nuova mobilità dell’elettorato che non c’era fino a quando la politica era determinata dalla presenza dei partiti strutturati nella società.

così come possiamo considerare un fenomeno di scarsa conoscenza delle norme e delle leggi che regolano il nostro paese il fatto che una parte degli italiani considera quasi usurpatori quei governi che sono stati presieduti da personalità esterne al mondo della politica e che invece hanno determinato, in alcuni casi, la salvezza del paese dal disastro economico.

   In particolare sono stato colpito dai numeri che riguardano il mondo dell’informazione.dalle indagini dell’IPSOS emerge che si è passati da un acquisto giornaliero di quotidiani i 10 milioni di copie all’attuale acquisto quotidiano di poco  più di 2 milioni di copie di quotidiani, mentre l’informazione si è spostata quasi tutta sia sulla televisione che sui social network .

   Preoccupante appare poi il dato secondo il quale nel paese si è determinata una doppia frattura sociale per cui la fiducia maggiore dei cittadini rimane nelle istituzioni di garanzia come la polizia, i carabinieri, la presidenza della Repubblica mentre si è di molto abbassata nei confronti della magistratura e delle istituzioni politiche per cui sembra che il paese anziché guardare al futuro abbia sempre di più nostalgia del passato.

    Ma l’aspetto che più ritengo interessante e che ci può essere di aiuto nell’attività politica quotidiana a tutti livelli riguarda i dati che sono emersi sullo scenario politico del paese da cui si evince che se è vero che il  Centrodestra ha vinto le ultime elezioni facendo man bassa di seggi parlamentari è anche vero che questo è avvenuto con solo 100.000 voti in più di quelli che il Centrodestra stesso aveva conquistato nel 2018. In tutto  circa 12 milioni di voti, per cui risalta ancora di più l’idea che non è un paese che va a destra ma che la vittoria elettorale è soprattutto il frutto di una legge elettorale che premia l’aggregazione politica e punisce la divisione.

   Anche per quanto riguarda la collocazione politica del paese è assolutamente interessante il dato secondo cui gli italiani si dichiarano di Centrodestra solo per il 27%,di Centrosinistra per il 26% e il 32% dichiara di non collocarsi in nessuno dei due schieramenti. E’ quest’ultimo  quindi  quell’elettorato che deve essere conquistato sulla base delle proposte politiche che partiti e coalizioni devono mettere in campo e in una situazione come quella che è stata esposta, di estrema volatilità del voto per cui in cinque anni si è passati dalla situazione di primo partito del PD poi a quella del Movimento Cinque Stelle poi a quella della Lega e alle ultime elezioni di Fratelli d’Italia.  E’ chiaro che a questo elettorato bisogna guardare per ribaltare la situazione.

    A mio parere il PD deve trarre da questi numeri e da questo spaccato una indicazione precisa sul fatto che è necessario fidelizzare il proprio elettorato e soprattutto lavorare alla conquista del 32% di persone che non si collocano ma bisogna guardare anche a quei quasi 8 milioni di elettori che rappresentano l’astensionismo involontario cioè quelli che hanno difficoltà ad essere presenti il giorno del voto e quelli che hanno difficoltà a partecipare al voto perché disabili, ricoverati e quant’altro.

   Ma elemento di maggiore indicazione politica che ci viene da queste indagini è quello secondo il quale il Partito Democratico è quello meno scelto dagli elettori delle classi meno abbienti, da quella fascia di elettori in difficoltà economica e dalle persone che vivono situazioni di precariato.

   Ecco sono queste a mio parere le indicazioni che ci vengono dalle indagini che sono state presentate nel corso della recente iniziativa di Nicita  e su questi temi che bisogna lavorare.

   Ultima, ma non meno importante, indicazione che ci viene da questa note è quella che riguarda la legge elettorale. le recenti leggi elettorali, infatti, ed in particolare le ultime due il cosiddetto “Porcellum” e il cosiddetto “Rosatellum” hanno determinato una situazione per cui non c’è più l’elettore consapevole che si sente protagonista del voto ma l’elettore spettatore.

Ecco, secondo il sottoscritto, il Partito Democratico deve impegnarsi con tutte le sue forze nella modifica della legge elettorale per far sì che l’elettore torni ad essere elettore protagonista e non più elettore spettatore.

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