La BALLATA DI SAN NICOLA
di Giorgio Càsole
La chiesa di Brucoli è stata edificata, con il sostegno economico dei fedeli, fra il 1853 e il 1887, senza il campanile, costruito nel 1932 Il tempio, dedicato a San Nicola di Bari, protettore dei marittimi e dei naviganti, patrono del borgo marinaro, è a navata unica, con due altari impreziositi di marmi policromi, in cui domina un rosso scuro che vira sul violaceo: è un rosso sant’Agata, conosciuto anche come rosso di Sicilia, con intrusioni variegate bianche; a destra, dopo un pregevole confessionale ligneo, a fianco della nicchia contenente una statuetta raffigurante sant’Antonio di Padova, l’altare dedicato a Maria Vergine; a sinistra, dopo una piccola pala con il rilievo della Madonna con il bambino, l’altare dedicato a San Giuseppe. Il presbiterio è sopraelevato di due gradini, sotto la cupola absidale affrescata da Vittorio Ribaudo, con la gloria di Cristo cielo. Secondo una tradizione del luogo, i marinai in un’imbarcazione, in mezzo alla tempesta, invocarono San Nicola, che apparve loro per indicare un rifugio sicuro nel canale di Brucoli. La visione salvifica del Santo è stata raffigurata dallo stesso Ribaudo in un pannello affrescato sulla parete destra dell’area presbiterale. Come ex voto, in segno di riconoscenza, quei marinai donarono alla chiesa in costruzione a Brucoli l’effigie di San Nicola in trono, divenuta pala dell’altare maggiore. A causa del terremoto del 13 dicembre 1990, la chiesa ha subìto vari danni, fra cui il crollo della controsoffittatura a volte, allo stato originario solo nella parte absidale. Messa in sicurezza e provvisoriamente riaperta il 25 maggio 1997, la chiesa è stata restaurata e riaperta al culto il 18 dicembre 2005. La dedicazione del nuovo altare e la benedizione del nuovo ambone, in marmo policromo rosso dominante anch’esso, sono avvenute il 5 ottobre 2019, con una cerimonia solenne presieduta dall’arcivescovo di Siracusa, Salvatore Pappalardo. Il nuovo altare e il nuovo ambone di marmo sono stati costruiti dal maestro artigiano M. Enzo Accardo, su progetto dell’architetto Sebastiano Gulino, presidente del Kiwanis club. Nonostante l’affetto dei brucolani per il loro santo protettore, essi, per ragioni economiche, lo festeggiano ogni due anni, l’ultima domenica di luglio. Il simulacro del santo, sostenuto da uno stuolo di portatori, viene fatto ballare sulla piazza prima d’essere trasferito in una barca per la processione a mare. Anche in altri borghi, che si affacciano sul mare, il santo protettore (o la santa protettrice) riceve il tributo d’affetto dei tanti fedeli che, in barca, seguono la processione sulle onde del mare. La “ballata” di San Nicola, così viene definita a Brucoli la caratteristica processione a terra, ballata ovviamente a suon di ritmi musicali, è un’azione coreografica, di grande suggestione per anticipare il movimento sinuoso delle onde del mare, ma anche per ravvivare la suggestione al ritorno, quando il simulacro, prima d’essere riportato in chiesa, viene fatto ancora ballare in un tripudio di folla. Una corona di fiori si vede galleggiare tra i flutti, a ricordo dei tanti caduti in mare.