TEATRI DI PIETRA 2024 in Sicilia. “Odisseo Superstar”, tre rappresentazioni: giovedì 1° agosto inaugura la stagione a Cattolica Eraclea (Ag), poivenerdì 2 agosto a Termini Imerese e sabato 3 agosto a San Cipirello
Sabato 3 agosto la grande novità: l’area archeologica di Ustica ospiterà“Tempesta”.
A Modica (Rg), sempre sabato, in scena “Euridyce”; infine, domenica 4 agosto, a Cattolica Eraclea (Ag), “Pirandello. Questo, codesto e quello” e “La Lupa” a Palazzolo Acreide (Sr)
Una settimana importante per i Teatri di Pietra in Sicilia: giovedì 1° agosto si inaugura la stagione ad Eraclea Minoa (Cattolica Eraclea – AG), con “Odisseo Superstar”. La mitica storia di Ulisse sarà la protagonista di questa terza settimana dei Teatri di Pietra con altre due rappresentazioni: andrà in scena anchevenerdì 2 agosto al Tempio della Vittoria di Termini Imerese (PA) e sabato 3 agosto a Monte Iato (San Cipirello – PA).
Venerdì 2 agosto parte anche la programmazione alle rovine della Chiesa Madre di Montevago (Agrigento) con “Tempesta” da Virgilio. E per la prima volta Teatri di Pietra approda al Villaggio preistorico dei Faraglioni di Ustica con “Tempesta”. La regia è a cura di V.A.N., collettivo teatrale di giovani attori diplomatosi presso l’Accademia d’Arte del Dramma Antico della Fondazione INDA di Siracusa. A Modica, sempre sabato 3 agosto, in scena“Euridyce”; infine, domenica 4 agosto, a Cattolica Eraclea,“Pirandello. Questo, codesto e quello” e ultimo spettacolo a Palazzolo Acreide (Siracusa) con “La lupa” da Verga.
L’eroe omerico diventa il punto di vista privilegiato per raccontare, in modo ironico, scanzonato e poetico diverse storie della mitologia che lo vedono protagonista. Dalla genesi della guerra di Troia, fino al suo ritorno a casa e oltre le colonne d’Ercole tante e incredibili sono le vicende che hanno avuto come protagonista, l’eroe furbo per eccellenza, l’uomo dal multiforme ingegno. La storia di Ulisse diventa la base per una commedia musicale fatta di voci e giochi sonori, dove la parola e il canto si uniscono alle tecniche teatrali del Tableau Vivant, della Commedia dell’Arte per stimolare la fantasia degli spettatori e le spettatrici di ogni età.
Una delle grandi novità di questa edizione dei Teatri di Pietra è l’area archeologica di Ustica, che ospiterà, sabato 3 agosto, “Tempesta” tratta dall’Eneide di Virgilio (drammaturgia Sebastiano Tringali, regia e coreografia Aurelio Gatti con Elisa Carta Carosi, Lucia Cinquegrana, Paola Saribas) e Sebastiano Tringali. “Tempesta” coinvolge gli spettatori trasportandoli simbolicamente su quelle carrette del mare, immersi nel buio, in balia delle onde, dove gli attimi diventano l’eternità. Memorie di una vita vissuta mai abbastanza, interrotta dalla tempesta di ricordi che si mischiano inutilmente alle speranze. Il futuro negato. La via del mare, la via della speranza, il nubifragio, la tempesta, la costa che è ancora lontana. L’inevitabile tragedia. Ritrovare parallelismi tra poesia e la cronaca o l’attualità, non stupisce: così anche nel viaggio di un grande classico come l’Eneide, ci si incontra col tema delle migrazioni a seguito di violenze:
Sempre sabato 3 agosto, al Chiostro di S. Maria del Gesù (Modica – RG) si terrà “Euridyce” della Compagnia dell’Arpa (drammaturgia Elisa Di Dio e Filippa Ilardo con Elisa Di Dio e Davide Campisi. La settimana si chiude domenica 4 agostonell’area archeologica di Eraclea Minoa (Cattolica Eraclea – AG), con “Pirandello. Questo, codesto e quello” di Salvatore Ferlita e Sergio Vespertino (musiche di Gabriele Lomonte, scenografia di Mariano Brusca e Salvatore Scherma con Sergio Vespertino) chedaranno vita agli straordinari incontri di Luigi Pirandello, quelli che il Premio Nobel di Agrigento si dice avesse con i fantasmi di personaggi mai nati, ma secondo una nuova e desueta prospettiva. Se un giorno, a recarsi dal grande scrittore, invece che sconosciuti fantasmi fossero i personaggi già noti delle sue novelle, delle commedie o dei romanzi? Quelli “famosi”, ormai di dominio pubblico, perché bene o male incontrati a scuola o nei teatri: se fossero, dunque, loro i questuanti?
Venuti fuori dalle pagine, sbucati dalle tavole di un palcoscenico, sospinti dal motore dell’insoddisfazione e stanchi della maschera finora indossata, adesso sono loro a chiedere all’autore conto e ragione, rinfacciandogli l’ignominia alla quale sono stati inchiodati, volendo a tutti i costi restituirgli la loro “croce”.