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Convegno del Kiwanis sulla disabilità

LA FUNZIONE PRIMARIA DELLO SPORT PER L’INTEGRAZIONE  E L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI  CON DISABILITA’

di Giorgio Càsole

Melilli. Qualche giorno fa, papa Francesco, a una platea di bambini recatisi in udienza  nella sala Nervi, in Vaticano, ha detto: “Preghiamo perché il sorriso torni sul volto dei bambini ucraini!” Appena qualche giorno dopo, l’auspicio di un sorriso sui volti è risuonato nell’auditorium civico “Carta” in occasione del convegno sulla disabilità, organizzato dal Kiwanis club di Melilli-Priolo-Monti Clìmiti, presiedente Sebastiano Gulino, e  patrocinato dal Comune di Melilli, rappresentato dal sindaco Giuseppe Carta e dall’assessore Francesco Nicosia. E’ stato proprio il presidente Gulino che ha auspicato il sorriso sulle persone con disabilità, specificando che “l’essere qui oggi è importante perché ci consente di dimostrare il nostro trasporto e la nostra stima nei confronti di chi convive con una disabilità, l’affronta e la supera anche con lo sport e con il supporto di figure che vi ruotano intorno, raggiungendo i più svariati traguardi, anche se, a mio parere, la vittoria più grande è vedere il sorriso sui loro volti”. Il riferimento di Gulino  allo sport e ai tecnici sportivi è stato ampiamente compreso quando è stato il turno di due figure di  sportivi che, da decenni, sono di supporto ai soggetti, che, fino a pochi anni fa, venivano appellati handicappati o, peggio, “portatori di handicap”, ma che oggi sono più correttamente definiti persone con disabilità o “diversamente abili”, ma che, forse, potrebbero essere denominati  semplicemente “non autosufficienti”, una locuzione neutra, non carica di giudizi né gravata da pregiudizi o da sentimenti di pietismo, che identifica una condizione in cui ciascuno può ritrovarsi da un momento all’altro, temporaneamente o definitivamente. Le due figure di tecnici, che hanno testimoniato la forza terapeutica dello sport, sono quelle  SebastianoMazziotta e di Mjkol Vincenzo Accardo. Il primo è preparatore atletico  dei ragazzi disabili della società Nuova Augusta , ai quali ha fornito la giusta preparazione per conseguire ben cinque titoli italiani. Dal 2017 fa parte dello staff tecnico della Nazionale italiana calcio a 5 con la responsabilità per Calabria, Sicilia e Sardegna. E’presidente della sezione augustana dell’Unione Nazionale Veterani dello Sport e responsabile provinciale del Comitato italiano Paraolimpico. Mazziotta, che, due volte a settimana, allena questi ragazzi nella caserma della Marina Militare,  dopo il suo appassionato intervento, ha lanciato la proposta di organizzare a Melilli un campionato nazionale di calcio a 5 per dimostrare che in questa parte della Sicilia  questi ragazzi non autosufficienti possono trovare le occasioni per una competizione giusta per loro. Mazziottaha ricordato, citandolo,  Nelson Mandela, il grande presidente del Sudafrica, che diceva : “Lo sport ha il potere di creare speranza dove dilaga la disperazione.” Oltre al valore terapeutico per vincere sentimenti di segno negativo, lo sport, fatto con gli opportuni adattamenti, a seconda della disabilità, fa scattare il senso di inclusione con i cosiddetti normodotati. La funzione terapeutica e di inclusione dello sport è stata testimoniata dalla seconda figura di tecnico, Accardo, che ha donato ai ragazzi cosiddetti Down tutti i proventi derivanti dalle sue gare sportive;   maestro,  7°dan, di Kickboxing, quattro  volte campione italiano, tre volte campione europeo, quattro volte campione mondiale, Accardo, da anni, si dedica alla preparazione e alla formazione dei ragazzi “diversamente abili”; ha ricordato, commosso, d’aver donato la cintura del suo primo titolo mondiale a un bambino, oggi morto, di San Stino di Livenza , in provincia di Venezia. Prima di Accardo e Mazziotta, l’importanza dell’attività fisico-motoria, che si esercita nello sport, è stata messa in risalto dal medico-chirurgo Graziano De Santis, esperto proprio in medicina dello sport, il quale ha precisato che “lo sport agisce come prevenzione”, che si possono praticare sport adatti a tutti soggetti disabili, come, per esempio, il torball, gioco a squadre con una palla,  per non vedenti. “Ci sono palestre inclusive” – ha ricordato De Santis – “ che permettono ai disabili di partecipare con i normoabili”. Sullo stesso piano l’assessore allo sport del Comune di Melilli, Francesco Nicosia per il quale “I disabili devono avere le stesse possibilità dei soggetti normali” e, quindi, tutti questi soggetti non autosufficienti a vari livelli di difficoltà devono avere “la possibilità riabilitazione gratuita attraverso laboratori di scrittura, arte, teatro, spazio gioco, con il trasporto per mezzo di due pulmini, cui si aggiungeranno altri due”. Nicosia ha ricordato che il Comune ha attrezzato per i disabili tutti i parchi-gioco del territorio comunale e presto farà costruire a Città Giardino  un centro per soggetti autistici “fra i più importanti della provincia di Siracusa” . Sui progetti per disabili attraverso le attività laboratoriali, come il teatro inclusivo, ha posto l’accento la psicologa Veronica Castro, specializzata in psicologia pediatrica e in criminologia e psicologia forense, Garante sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e sui diritti della Disabilità del   Comune di Melilli, che ha sottolineato l’importanza di fare squadra per consentire ai disabili di uscire dal ghetto psicologico in cui essi sono relegati, spesso da chi soffre di pregiudizi vari; gli enti pubblici, quali  il Comune e la scuola,  la famiglia, le associazioni  possono fare squadra per favorire la partecipazione sociale, l’inclusione attiva. Sui pregiudizi che, in passato soprattutto, hanno contribuito a isolare i disabili si è soffermato l’ex assessore alle politiche sociali, Giuseppe Corradino, laureato in Sociologia con specializzazione nell’àmbito della Comunicazione, il quale ha ricordato come, fino a qualche decennio fa, almeno qui da noi, in Sicilia, era considerato tabù far sapere d’avere un familiare  soggetto disabile. “Quello della disabilità è un argomento complesso  e  lo stesso concetto di disabilità non si può definire”, ha sottolineato Corradino.Tutto ciò che non si conosce spaventa e quando non c’è la consapevolezza né ci sono gli strumenti per capire la disabilità, il disabile viene messo all’angolo, viene escluso. Corradino ha ricordato che  “oggi ci sono disabilità invisibili, quali l’endometriosi, la sclerosi multipla e oggi tutti siamo potenziali disabili; quindi occorre avere la consapevolezza di ciò che si deve affrontare” e ha concluso che “avere consapevolezza vuol dire avere sensibilità verso questo tipo di argomenti”. Il convegno del Kiwanis è stato organizzato proprio per stimolare consapevolezza e sensibilità verso questo tipo di tematiche, com’è tradizione del Kiwanis,  club nato negli USA nel 1915 – ha ricordato il segretario del club di Melilli, Domenico Morello, che ha svolto anche la  funzione di cerimoniere per  l’occasione. Fuori programma, il giovane Lorenzo Spencer ha dato il suo contributo di laureando in Psicologia .Allafine dei lavori, come di consuetudine, la più alta autorità kiwaniana presente, il luogotenente governatore eletto, Antonello Forestiere, ha espresso il suo più vivo apprezzamento, anche perché l’iniziativa è stata realizzata quasi a ridosso della giornata mondiale sulla consapevolezza dell’autismo.

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