AUGUSTA, QUANDO I FIGLI RICORDANO I GENITORI: RINA GULINO E GIOVANNI VACCARO
di Giorgio Càsole
Augusta. Non è vero che i figli non onorano la memoria dei genitori. Non è vero, soprattutto, da noi, qui nel Sud, dove ancora è molto sentito il culto dei morti, dove, nelle tante chiese cattoliche, si fanno celebrare messe in suffragio dell’anima del padre o della madre defunti o di entrambi. E questo, certamente, un modo per ricordare i propri cari, almeno una volta l’anno durante una celebrazione liturgica. E’ meno consueto che i figli tengano viva la memoria di chi li ha generati attraverso pubbliche iniziative. Occorre una concordia piena d’intenti e il caldo desiderio di tributare una pubblica mozione d‘affetti verso chi non c’è più, sperando di incidere nel momento transeunte almeno uno spicchio di ricordo della figura materna o paterna o di entrambi. Celebrare i propri cari con pubbliche manifestazioni è anche un modo intelligente per elaborare il lutto e coinvolgere amici e conoscenti. Undici anni fa, nell’aprile 2013, Massimo, Alessandro, Vittoria e Mariangela Scuderi elaborarono il lutto, per l’improvvisa traumatica scomparsa della propria madre, Rina Gulino, docente di lettere, con l’organizzazione di un premio letterario, da loro stessi finanziato, esclusivamente rivolto agli alunni delle scuole medie di Augusta. Il premio oggi è cessato perché i figli di Rina Gulino hanno lasciato la Sicilia per ragioni di lavoro, ma è stata un’iniziativa lodevole, che ha coinvolto, ogni anno, per dieci edizioni, centinaia di alunni, che, con entusiasmo, hanno partecipato con i propri elaborati di varia natura, non solo letterari. Con un altro tipo di iniziativa, altri fratelli hanno deciso di onorare e ricordare il proprio padre, scomparso, a 97 anni, nel febbraio di quattro anni fa. Si tratta di Andrea, Augusto, Giuseppe, Maurizio e Maria Concetta Vaccaro, figli di Giovanni, che hanno voluto erigere un monumento più duraturo di un premio (per citare, parafrasando, il porta romano Orazio). Il “monumento” è un ponderoso volume di oltre 260 pagine in carta patinata pesante, con numerose illustrazioni, autoprodotto dai fratelli e affidato alle cure pazienti dell’unica sorella, uscito nel novembre scorso, nell’anno centenario della nascita del padre. Giovanni Vaccaro è stato un augustano impegnato a valorizzare uomini e cose di Augusta come ingegnere professionista, uomo politico, imprenditore e come cultore di storia patria. Per la sua attività pubblicistica volta a diffondere la diffusione della storia di Augusta, nel !985, chi scrive, quale presidente d’un’associazione, fu lieto di conferirgli, il premio nazionale di cultura “Castello Svevo”, istituito quell’anno per dare il giusto rilievo al castello federiciano, reclusorio penale fino al 1979. Come assessore comunale ai Lavori pubblici dal 1956 al 1960, Giovanni Vaccaro s’impegnò proficuamente per far conoscere e potenziare le risorse del porto di Augusta. Il volume edito dai fratelli Vaccaro non è solo un tributo d’affetto verso il padre, ma anche un atto d’amore dl padre verso Augusta, volume ricco di riferimenti imprescindibili per i futuri storici. Questo volume può essere paragonato a un libro di Ignazio Occhipinti, oggi scomparso, ex sindaco di Scicli nel ragusano, pubblicato a spese e a cura dei quattro figli. Considerato l’amore viscerale di Occhipinti per la sua città, il libro del primo sindaco del dopoguerra è stato recentemente presentato al municipio di Scicli. Sorte analoga non poteva non toccare al libro dei fratelli Vaccaro. E’ stato presentato, infatti, nel settecentesco palazzo di città venerdì 26 gennaio, in occasione di un ennesimo convegno sul porto di Augusta.