AUGUSTA, SUCCESSO DI PUBBLICO AL CONCERTO PASQUALE A SAN GIUSEPPE INNOGRAFO
Presentato da Giorgio Càsole per la direzione artistica di Marco Zàrbano
Augusta. “Mi sono goduto il concerto da uomo e da prete”, ha commentato don Giuseppe Mazzotta, parroco della chiesa di San Giuseppe Innografo, dov’è stato ospitato il concerto pasquale dal titolo beneaugurante “Cristo risorge per la pace”, ideato dal baritono Marco Zàrbano, che ne è stato il direttore artistico, con il patrocinio della Pro Loco di Augusta, presieduta da Domenico Morello che ha sostenuto l’idea con convinzione, tanto da proporre la partecipazione del complesso corale affiliato alla Pro Loco, “Coro Città di Augusta”, diretto da Antonio Accettullo. Il coro è composto da 24 elementi femminili e maschili, più il direttore Accettullo, tutti appartenenti a quella fascia d’età che eufemisticamente è detta della terza età: i componenti non solo si sentono ancora giovani, ma “vogliono essere d’esempio sia per i giovani che per i meno giovani”, come ha detto il direttore Accettullo, che, al concerto pasquale, è stato costretto a fare a meno di alcuni coristi, rimasti a casa per ragioni di salute. Ciò nonostante sono riusciti a emozionare gli attenti spettatori, soprattutto nell’esecuzione di “Va’, pensiero”, dal “Nabucco” di Verdi, i seguenti coristi: Franco Bari, Maria Belfiore, Concetta Carriglio, Pina Carriglio, Carmela Cinque, Salvatore Còria, Lina Di Grande, Vincenzo Di Grande, Emilia Di Modica, Mariangela Gulino, Carmela Gulino, Giuseppe Vito Iacona, Giuseppe Morello, Filippo Parisi, Nino Piazza, Franca Riera, Francesca Rodo, Concetta Russo, Natalina Tripoli, Gaetana Tudisco, Nicola Villari. Il repertorio di questo coro tiene conto, come altre corali presenti, in città, della cultura popolare italiana, con particolare predilezione per quella siciliana e partenopea, ma anche del repertorio operistico: oltre a “Va’, pensiero” eseguito come interludio, il coro della Pro Loco ha esordito nel preludio con la celebre romanza “O mio babbino caro” dall’opera comica “Gianni Schicchi” di Puccini. Marco Zàrbano, che ha interpretato alcuni suoi cavalli di battaglia come “La calunnia è un venticello”, celeberrima aria rossiniana, ha chiamato attorno a sé alcune vecchie conoscenze, quali i tenori Aldo Platania e Franco Ruggeri, entrambi catanesi di nascita, i cantanti di musica leggera Corrado Cataldi, di Lentini, e Alfio Cutùli, di Augusta, e due giovani voci della lirica italiana: promettenti interpreti che già stanno facendo esperienze in teatri importanti come quello di Como: il catanese Rosario Cristaldi, tenore, e la lucana Martina Bianculli, soprano, che hanno deliziato il foltissimo pubblico con la popolare romanza pucciniana “Nessun dorma” e con la virtuosistica mozartiana “Aria della regina della notte”, rispettivamente interpretate da Cristaldi e da Bianculli. A conclusione, don Mazzotta ha specificato che ha apprezzato il concerto perché l’arte è da intendere come una trasfigurazione, come trasfigurazione fu quella di Gesù sul monte Tabor. Al piano si sono avvicendati la catanese Annalisa Màngano e l’augustano Salvo Passanisi. Il concerto è stato presentato da Giorgio Càsole, complimentato dal presidente Morello per “la maestria con cui ha condotto la serata”, suggellata dal coinvolgente inno “Libiamo ne’ lieti calici” di Verdi.