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Siracusa, drammatica situazione a Cavadonna

Il Garante per i diritti del detenuto, dott. Villari, ieri 3 aprile si è recato in visita periodica posso il penitenziario di Cavadonna. Nel suo lungo Report riferisce di un giovane detenuto, appena trentenne, Luca V. che si è tolto la vita, lo scorso mercoledì primo aprile, impiccandosi con il cavo dell’asciugacapelli alla finestra del bagno della sua cella. L’uomo, affetto da patologie neuropsichiatriche, era seguito dall’educatrice e dallo psichiatra della struttura. Dopo avere trascorso diversi giorni senza dormire, in preda alle allucinazioni, la sera di mercoledì si sarebbe verificata la tragedia. A nulla è servito l’intervento tempestivo del compagno di cella, allertato dai rumori provenienti dal bagno, né dell’agente di turno. L’uomo lascia moglie e due figlie.

Scrive Villari “Affinchè non si identifichi quest’uomo soltanto per la sua posizione giuridica, quella di un detenuto, è stato chiesto al dott. Giuseppe Ragusa, medico psichiatra che lo seguiva con dedizione e passione, di descriverlo sinteticamente a parole sue. Ecco quanto trasmette di getto: «Il sig. Luca V. era un padre poco più che 30enne di due bambine. Un uomo che al centro dei propri colloqui ha posto sempre la famiglia, anche quando era più “richiestivo” del solito, sempre per permettere un maggiore contatto seppur con i propri mezzi; modalità che ad un occhio professionale possono apparire non proprio consone, ma forse dettate da “diversità” culturali, sociologiche, economiche ma anche mediche, umanamente parlando, perché in fondo era un uomo, un padre, un fratello, un figlio, un marito, un amico, come lo sei tu, io e chiunque altro. Umanamente parlando, sempre!»

Il garante, infine, informa che, in merito alle azioni che sarebbero dovute seguire al DPCM anticoronavirus, solo due detenuti sono stati posti agli arresti domiciliari. La magistratura di sorveglianza competente in zona sarà ulteriormente sollecitata. Pertanto, persiste ancora il sovraffollamento di alcuni blocchi e, in merito alla questione dei dispositivi di protezione individuale, nulla ancora è stato recapitato a Cavadonna. Infatti, è stata la direzione ad acquistare 1000 mascherine, che però cominciano a scarseggiare al punto che non tutti gli agenti ne sono provvisti. ciò nonostante, per fortuna, non si registrano casi di positività al Covid-19 ma, Datta l’emergenza sanitaria Inn atto, i detenuti affetti da patologie che necessiterebbero di interventi sanitari, restano trascurati.

Difficile in questo momento il lavoro della Polizia penitenziaria che opera in una situazione di forte tensione anche emotiva.

“Si spera in una graduale diminuzione del carico restrittivo. Il perdurare di queste condizioni all’interno degli istituti penitenziari potrebbe condurre ad una situazione difficilmente gestibile. Troppo scarse le risorse; nessuna attività trattamentale; impossibilità di attività esterne (art. 21); carenza di affettività sono urgenze che gridano riforme” – conclude.

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