Le tradizioni di Santa Lucia, tra reminiscenze pagane e consuetudini cristiane
Domani ricorre la festa di Santa Lucia, patrona di Siracusa, il cui culto è legato alla salute degli occhi ma anche al grano e alla fine delle carestie. Giuseppe Pitrè in Spettacoli e feste popolari siciliane spiega che Lucia è santa taumaturgica per ciò che concerne la custodia e cura della vista.
Sempre a Lei si attribuisce la fine della terribile carestia che colpisce Palermo a metà del XVII secolo. Secondo la tradizione, il 13 dicembre del 1646, una nave carica di frumento e altri cereali attracca nel porto di Palermo – una leggenda analoga racconta che lo sbarco sia avvenuto a Siracusa nel mese di maggio, da cui deriverebbe la festa di Santa Lucia delle quaglie – facendo il miracolo tanto atteso dai cittadini. I palermitani, affamati, non macinarono il grano per farne farina, ma lo bollirono semplicemente, per mangiarlo subito, aggiungendo – chi ne aveva – dell’olio. Da questo episodio nasce la tradizione gastronomica della “cuccìa” (il cui significato è da farsi risalire a “còcciu” ovvero chicco).
Giuseppe Pitrè racconta anche che, nel giorno di Santa Lucia, il consumo di grosse frittelle fatte con farina di ceci sagomate con la forma del pesce (simbolo molto caro ai cristiani che nell’acronimo greco “ictus” indicava il nome di Gesù cristo figlio di Dio Salvatore) e legumi era più diffuso della preparazione della cuccìa. La testimonianza di Pitrè induce a riflettere circa le origini del culto del grano che riportano agli antichi greci e romani. Si potrebbe quasi istituire un confronto tra Santa Lucia e Demetra, dea delle messi, o Kore, figlia di Demetra, divinità pagana legata alla ricorrenza dei morti e all’antica abitudine di mangiare grano bollito il 2 novembre. E d’altronde, nella preparazione della cuccìa si può ravvisare un significato religioso; così come il seme macera nella terra d’inverno, allo stesso modo i chicchi saranno ammollati in acqua prima di essere cotti. Scrive Giovanni 12, 24-26: “Se il seme di grano non muore, rimarrà solo, se muore produrrà molto frutto.” Ecco quindi che il grano simboleggia la rinascita in Cristo dopo la morte. La rivisitazione della cuccìa dolce, apprezzata con cioccolato o ricotta, appartiene a una moderna rivisitazione culinaria.
Forse non tutti sanno che Santa Lucia è la Santa del solstizio, dell’inverno e del Natale. Fino al 1500 il solstizio d’inverno cadeva tra il 12 e il 13 dicembre, dando inizio alla stagione invernale. È infatti papa Gregorio XIII che, con la riforma del calendario voluta nel 1582, sposta il solstizio tra il 21 e il 22 dicembre.
In alcune zone dell’Italia, fino ad alcuni decenni fa, era Santa Lucia a portare i regali; Lucia arrivava la notte del 13 Dicembre con un carretto trainato da un asinello. I bambini la sera prima di andare a dormire, preparavano un bicchiere di latte, dei biscotti e qualche carota per l’asinello. Oggi questa tradizione ha ceduto il posto alla figure di Babbo Natale.
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