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Quando le nostre certezze scompaiono

La guerra in Ucraina non è l’ultimo conflitto in Europa né al mondo. Il blitz di Putin ai Balcani ha scatenato la pronta reazione degli ucraini e dei grandi statisti che hanno eretto un fronte unito contro la Russia, attivando embarghi e sanzioni da una parte e sostegni per i resilienti e i rifugiati, dall’altra. Le catene umane della resistenza si sono subito attivate dappertutto, i negoziatori da ogni dove cercano di far ragionare lo zar, si raccolgono viveri e sacchi a pelo per chi combatte e rifugio alle loro famiglie. Pullmann e pulmini corrono avanti e indietro, portando gli ucraini dai confini in salvo. In pochi giorni la macchina della solidarietà ha raccolto oltre due  milioni di euro, sperando che questo fiume di soldi arrivi agli interessati e non si perda in mille rivoli. E’ il momento della solidarietà militante, di pane e molotov. La guerra dei nervi freddi si è sostituita alla guerra fredda post ultimo conflitto mondiale. Putin cerca la finestra sul mar Nero che solo l’Ucraina può offrirgli, dato che il passaggio sul Bosforo dipende da Erdogan. Cerca anche di svincolarsi dall’accerchiamento della NATO di questi ultimi anni e del grave isolamento in cui gli USA lo hanno relegato con la stampella della UE, capitanata dai francesi e crucchi. Il rublo e la borsa sono crollati ai minimi storici. Con le sanzioni, l’economia russa è appesa ai tubi del gas, che lo zar ora centellina e vuole vendere caro. Le confuse riforme hanno determinato un regime autoritario senza oppositori, data la pesante repressione sociale in atto che ha eliminato le attività politiche non in linea con la sua idea di società. Da filoccidentale che era, vero o presunto, Putin è passato ad una spirale autoritaria degna di Pol Pot o di Kim Jung. Forse pensa di unificare il mondo russo come se fossimo nel 1815, magari annettendo qualche altro territorio, visti i tempi. Agli oligarchi a lui vicini sono stati già sequestrati beni per milioni di dollari in tutto il mondo, tanto per creargli qualche problema. La maggior parte dei rifugiati dall’Ucraina non è vaccinata al Covid 19 e questo potrebbe procurare sincero allarme nei paesi centrali europei, in qualche modo più civilizzati. Continuerà la guerra? Si allargherà e diventerà mondiale? No. La Russia, così come gli altri leaders nazionalisti autoritari che ragionano con il culo piuttosto che con la testa, sanno che non possono reggere un conflitto a largo spettro e con più fronti, senza mezzi militari d’urto, approvvigionamenti e risorse bastevoli. La Cina è stata avvisata. Non sarà una valida stampella per l’amico comunista. Se le sanzioni fossero allargate agli amici cinesi, la cui redditività circolare essenzialmente si basa sulle attività economiche presenti in tutti i cinque continenti con cui rastrellano miliardi di contante e sulla vendita nel mondo di tutti i prodotti che vengono realizzati e costruiti nel sol levante, sarebbe una vera debacle. Questo nuovo e già vecchio conflitto deve, però, farci riflettere che niente è più scontato e che le certezze di ciascuno di noi non sono più certe deduzioni. Quando succedono fatti del genere e d’un tratto, traumaticamente, ti trovi a dover cambiare modalità di vita e devi abbandonare le tue sicurezze, le nostre certezze scompaiono. Michelangelo Trebastoni  

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