Diabete Mellito: meglio prevenire!
a cura del dr. Orazio Magliocco
Spec. Medicina Interna e malattie sistemiche e metaboliche. Diabetologo, Geriatra, esegue Esame Eco color Doppler, Vascolare tronchi sovraortici ed arti inferiori, terapia del dolore, osteoporosi. Dirigente Medico presso Ospedale Trigona di Noto, già medico presso Ospedale “Valli del Noce” Trentino Alto Adige.
Email: o.magliocco@me.com
Il termine diabete deriva dal greco e significa “passare attraverso” e mellito dal latino “dolce come il miele” e identifica una malattia per cui la concentrazione di zucchero nel sangue è così elevata da poter attraversare i reni ed essere riscontrata nelle urine.
Il Diabete Mellito è una patologia endocrinologica caratterizzata dall’aumento della concentrazione di glucosio nel sangue dovuta ad un difetto nella produzione o nella funzionalità dell’insulina, ormone secreto a livello del pancreas e indispensabile per il metabolismo degli zuccheri. Nel Diabete Mellito, l’alterazione del metabolismo glucidico (zuccheri ) si associa ad alterazione del metabolismo lipidico ( Grassi ) e protidico ( Proteine ) determinando complicanze cardiovascolari pericolose per la vita.
L’Ordine Mondiale della Sanità differenzia due principali tipi di diabete: Il diabete di tipo 1, caratterizzato da mancanza di produzione di insulina, ed insorge prevalente in età giovanile; il diabete di tipo 2 caratterizzato da inefficiente utilizzo dell’insulina presente nell’ organismo, in quantità eccessive.
Mentre il Diabete di tipo 2 è potenzialmente prevenibile, agendo sulle cause e i fattori di rischio di insorgenza, il Diabete di tipo 1 ha meccanismi di azione non ancora noti e non è possibile adottare strategie di prevenzione che abbiano successo.
Una maggiore circonferenza addominale (girovita) ed un alto indice di massa corporea sono associati a rischio di diabete di tipo 2, ed i casi di diabete di tipo 2 nei bambini, in passato rari, stanno aumentando in tutto il mondo.
La prevenzione è da considerarsi il metodo più efficace per scongiurare l’insorgenza del Diabete di tipo 2 ed è molto più terapeutico di qualsiasi farmaco.
Studi come il Diabetes Prevention Program e il Finnish Diabetes Prevention Study, dimostrano inequivocabilmente che un’alimentazione sana e l’esercizio fisico permettono di ridurre del 58-60% il rischio di diabete per persone predisposte allo sviluppo della malattia. I fattori di rischio che individuano una persona a rischio di diventare diabetica sono:
– età superiore a 45 anni
– sovrappeso (specialmente se localizzato all’addome)
– vita sedentaria
– parentela (a maggior ragione se di primo grado) con un diabetico
– per le donne aver partorito un figlio di peso superiore a 4 Kg o aver sofferto di diabete gestazionale
– riscontro di glicemia a digiuno alterata (fra 110 a 125 mg/di)
– ipertensione arteriosa
– appartenenza a gruppi etnici ad alto rischio (ispanici, asiatici, africani). – Neonati che pesano alla nascita più di 4 kg o meno di 2,5 kg sono più a rischio di sviluppare insulino-resistenza e diabete di tipo 2 da adulti.
La diffusione di tale patologia è direttamente proporzionale al numero di persone obese o in sovrappeso.
Lo stile di vita della società occidentale, caratterizzato da vita sedentaria, costante stress lavorativo – sociale, scorretto introito alimentare, consumo di pasti veloci ed ipercalorici, si ripercuote negativamente sul metabolismo.
Comportamenti quotidiani corretti come alimentazione equilibrata e attività fisica regolare consentono di prevenire la progressione da prediabete a diabete in una misura variabile dal 40 al 60%, dopo un periodo di trattamento di 3-6 anni, e ridurre il rischio di complicanze micro e macrovascolari, come Infarto Cardiaco ed Ictus Cerebrale.
L’effetto benefico ottenuto da un corretto stile di vita persiste a distanza di molti anni dal termine dell’intervento attivo.
L’impiego di alcuni farmaci (metformina, acarbose,) possono prevenire, in una certa misura, la progressione dal prediabete al diabete, ma, a differenza degli interventi sullo stile di vita, non è esente dal rischio di effetti collaterali e l’effetto benefico è limitato al periodo di assunzione del farmaco.
In fondo si tratta di passeggiare almeno 30 minuti al giorno, su superficie piana.
L’attività fisica regolare e costante, riduce l’insulinoresistenza e favorisce il consumo delle calorie introdotte, mentre una dieta equilibrata, permette di assimilare nutrienti essenziali al benessere soggettivo.
Nei pazienti diabetici un obiettivo ragionevole è rappresentato da un calo ponderale graduale di 0.5-1 kg/settimana, raggiungibile con una riduzione di 500-1000 kcal/die rispetto a quella richiesta per il mantenimento del peso medio.
La dieta del paziente diabetico prevede un contenuto di carboidrati ( Zuccheri ) pari al 45-60 % del totale, tenendo presente che alimenti con la stessa quantità di carboidrati possono determinare differenti risposte glicemiche regolate da un differente indice glicemico.
Trovo efficace e di facile comprensione, consigliare di incrementare l’introito quotidiano di frutta e verdura, assicurare 5 pasti al giorno, di cui 2 spuntini ricchi in fibre, ridurre al minino l’introito di grassi e preferire metodi di cottura salutari: come vapore ( conserva perfettamente le caratteristiche dei principi nutritivi), Pentola a pressione, Cottura al forno.
Consapevole di diversi studi presenti in letteratura medica che evidenziano una concreta possibilità di ridurre l’insorgenza di Diabete e delle complicanze cardio vascolari annesse, non resta che evitare di essere causa dei nostri mali!