Ficarra e il potere che logora chi non ce l’ha più

Se, come asseriva il compianto Giulio Andreotti, il potere logora chi non ce l’ha, è pur vero che, a prescindere, prima o poi logora chi ce l’ha a lungo. Se l’uso del potere fosse sempre proteso al servizio della collettività amministrata, in questo caso di quella sanitaria, per meglio organizzare i servizi, evitando pastrocchi, tutti sarebbero concordi e nessuno si ammalerebbe di livore e di risentimento. Se l’esercizio del potere fosse profuso per nominare agli apici dei reparti e degli uffici amministrativi e sanitari professionisti in grado di bene interpretare i bisogni dell’utenza e di assolvere al ruolo conferito con meritata competenza, invece di assistere all’occupazione, manu militare, di compagnie del tempo o di amici degli amici per sostenere da valvassori e valvassini la corona, insigniti, genuflessi, cavalieri con il tocco di spada dal gran ciambellano, allora lunga vita al re. Ma quando cade il re, tutti scappano via verso quello nuovo e a nulla valgono le pressioni, le minacce, le false promesse di un imminente ritorno che non ci sarà. E non vale qui il motto gattopardesco “se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”, perché l’arrivo di aria fresca è spesso sinonimo di Rinnovamento. Così è stata denominata l’unica lista che concorre per il ricambio all’ambito consiglio, tanto per non fare vincere facile chi, incollato alla sedia, ha ben pensato, con un colpo di penna, di anticipare la data per le urne. Non torneranno i bei tempi quando il presidente dell’amato ordine scriveva a se stesso direttore sanitario per esprimere tutta la propria solidarietà e ammirazione per il proprio impegno e abnegazione. Una gag che neanche Alberto Sordi avrebbe saputo interpretare meglio. Non torneranno né credo siano rimasti in tanti a rimpiangerli. In tanti, invece, sperano che il nuovo presidente dell’ordine sia rappresentativo e, almeno, con il casellario giudiziario pulito. E’ facile, per chi sopporta il peso di responsabilità amministrative o tecniche, macchiarsi il curriculum del comune e spesso insignificante abuso d’ufficio, ma sporcarselo definitivamente per più gravi reati come la calunnia è certamente denigrante e in questo territorio sono sicuramente presenti le intelligenze con la fedina penale pulita. Qualche “rinnovatore” potrà non risultare simpatico a tanti? Pazienza, non è più importante essere perbene? Diffamare, offendere gratuitamente l’onore, la reputazione e il prestigio del prossimo, mistificando la verità, nascosti, anonimi, al buio, non è indiscutibilmente più vergognoso, soprattutto quando si occupano ruoli apicali pubblici? Rinnovamento, tanto per scrivere e parlare in modo generico e senza voler offendere la dignità di nessuno, può significare cambiare aria, scegliere il nuovo, rifuggire dalla moralità a giorni alterni, bandendo i moralisti con la doppia morale, quella categoria di individui che hanno affinato la destrezza  e senza onestà intellettuale, fin troppo indulgenti con se stessi e impietosi con gli altri, vanesi innamorati del proprio io, impuri che anelano all’epurazione dei più puri, facendo ricorso a scorciatoie moraliste e giustizialiste, sempre pronti a regalare perle di insignificanza e ad esprimere bigiotterie del pensiero, ad emettere sentenze immortali del nulla, attendendo il plauso della claque. In tutto questo c’è solo parecchia disinvoltura e moltissima miseria umana che, però, dovrebbe farci riflettere perché nasconde tanta demagogia. Costoro, nei giorni pari, si adoperano per favorire e curare i propri interessi attraverso compiacenti relazioni, avvalendosi di maggiordomi camuffati da uomini di fiducia e compari, mentre, nei giorni dispari, mettono sotto accusa l’operosità degli altri con stentorea e doverosa indignazione. La domenica, poi, pregano ma per sè stessi. Il buon Ficarra ha fatto la sua parte, ora i custodi del giuramento di Ippocrate facciano la loro. E se qualcuno soffre di ancora di rimpianti, stia attento, perché potrebbe morire poi di rimorsi, schiacciato dal Rinnovamento che corre. Così si dice, che corra. E’ proprio vero, il potere logora chi non ce l’ha più!  

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.