Ospedale di Petralia, Schifani: «Un piano per tamponare la carenza di medici»
Un piano d’emergenza per tamponare la carenza di medici che ha messo in difficoltà l’ospedale “Madonna dell’Alto” di Petralia Sottana, sulle Madonie: è stato definito nel corso di un incontro a Palazzo d’Orléans voluto dal presidente della Regione Siciliana Renato Schifani con l’assessore alla Salute Giovanna Volo, il dirigente generale del dipartimento di Pianificazione strategica Salvatore Iacolino e il commissario straordinario della Asp di Palermo Daniela Faraoni.
«Stiamo mettendo in campo tutte le soluzioni d’emergenza possibili per dare risposte concrete e immediate a quel territorio – afferma il Schifani – proprio come abbiamo già fatto con l’ospedale di Sciacca. Contemporaneamente, continuiamo a lavorare per risolvere in maniera strutturale la carenza di medici che affligge il servizio sanitario pubblico. Un problema che, però, ha dimensione nazionale e per cui serve una prospettiva di più lungo periodo, a cominciare dalla nuova pianificazione degli accessi programmati alle facoltà di Medicina, di cui ho già parlato con il ministro Bernini».
Il piano prevede, tra le misure più urgenti, l’esternalizzazione del pronto soccorso, possibile grazie a una deroga concessa dall’assessorato regionale della Salute. L’azienda che si è aggiudicata l’appalto garantirà, già a partire dal prossimo 23 novembre, la presenza del medico 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. Questo provvedimento consentirà, quindi, di cooptare al reparto di Medicina, attualmente in sofferenza di personale, tre dirigenti medici, prima impegnati nell’area di emergenza.
Previsti pure l’inserimento nel reparto di Chirurgia di ginecologi, per assicurare attività operatoria anche in quel campo, e la collaborazione con équipes mediche itineranti dell’ospedale di Partinico, anche in regime di prestazioni aggiuntiva, per le necessità di Ortopedia.
L’accordo con la Fondazione “Giglio” di Cefalù, che sarà operativo dal prossimo primo dicembre, servirà, invece, per assicurare prestazioni urologiche ambulatoriali e in seguito a ricovero, oltre al potenziamento dell’Unità operativa di Riabilitazione.