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Tre giorni di studio a Canicattini Bagni su “La grande eredità” dei maestri del passato a cura del Sistema Rete Museale Iblei con protagonisti gli studenti del locale Liceo Scientifico

«Conservare la memoria, la storia, i beni e le opere dei maestri del passato, per tramandare questo straordinario ed unico patrimonio culturale ed identitario alle giovani generazioni, per costruire il futuro».
Così l’Assessore alla Cultura e alle Attività Museali del Comune di Canicattini Bagni, Sebastiano Gazzara, in occasione della presentazione e dell’avvio del progetto “La grande eredità” del Sistema Rete Museale Iblei, di cui il Comune canicattinese è capofila, che coinvolge anche i Comuni dell’area montana. Il progetto, selezionato dall’Assessorato regionale della Famiglia, delle Politiche sociali e del Lavoro, ha preso vita nei giorni scorsi a Canicattini Bagni attraverso il Museo TEMPO (Museo del Tessuto, dell’Emigrazione e della Medicina Popolare), ed ha visto protagonisti gli studenti del locale Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci”, sezione staccata di Floridia.
Tre giorni dedicati ai maestri del passato, iniziando da Canicattini Bagni con l’indimenticato Salvatore Cultrera “Turi ra masciuvarina” (20/09/1921 – 08/10/2000), maestro scalpellino e pittore, che ha lasciato un vasto patrimonio artistico in città e in tanti Comuni della provincia e della Sicilia, dalle abitazioni private alle opere pittoriche della Chiesa Madre, nonché delle opere in pietra da taglio per le cappelle
gentilizie del cimitero monumentale canicattinese. Presenti all’appuntamento culturale con “La grande eredità” insieme all’Assessore Sebastiano Gazzara, anche la Consigliera comunale Claudia Monteforte, la Dirigente scolastica Prof.ssa Rita Spada, la docente Prof.ssa Rita Palermo, il Presidente e la Coordinatrice del Sistema Rete Museale Iblei, Paolino Uccello e Cetty Bruno, il figlio del Maestro Cultrera, Giuseppe, e gli operatori del Museo TEMPO. Un viaggio nel passato, per conoscere l’eredità culturale di Salvatore Cultrera, attraverso le testimonianze del
figlio Giuseppe, i racconti e le illustrazioni dell’etnoantropologo Paolino Uccello, del Prof. Tanino Golino, Vice Presidente del Museo TEMPO, che ha tenuto anche laboratori di scultura della pietra bianca iblea e sul Liberty, facendo da guida, insieme agli operatori e ricercatori museali, in questo percorso di studio. “La grande eredità” guarda così, come voluto dal Sindaco Paolo Amenta che negli anni ha lavorato per costruire questa rete di “saperi” che sono il Sistema Rete Museale Iblei e il Museo TEMPO, all’incontro fra generazioni diverse tramite una innovativa forma di trasmissione delle conoscenze e di questo patrimonio culturale – identitario, quella orale, con al centro il racconto diretto dei testimoni del tempo.
«Il progetto si pone l’obiettivo di rinnovare l’identità territoriale – ha sottolineato la Coordinatrice del Sistema Rete Museale Iblei, Cetty Bruno – fornendo una educazione di qualità, equa ed inclusiva, in 4 tempi: il tempo dell’incontro, il tempo del racconto, il tempo del lavoro, il tempo della condivisione, da realizzare nell’arco di un anno solare, dall’aprile 2023 all’aprile 2024. Valorizzando la grande eredità culturale che appartiene alle comunità dell’Altopiano siracusano: Buccheri, Canicattini Bagni, Cassaro,
Ferla, Floridia, Noto, Solarino, Sortino, Palazzolo Acreide».
In ogni Comune si svolgeranno le attività progettuali didattiche, che prevedono il coinvolgimento di un consistente numero di figure con competenze precise del contesto che si vuole far conoscere «Si tratta di un territorio già riconosciuto dalla Regione Siciliana come Ecomuseo degli Iblei – aggiunge il suo Presidente, Paolino Uccello – nel quale l’eredità materiale e immateriale esistente è capace di dimostrare unicità ed esprimere grandi potenzialità nel tempo. Essa rappresenta un legame con il passato ma, soprattutto, un motivo di continuità nel presente e nel futuro, riflettendosi nell’intera società».
Dinamiche relazionali fra generazioni, dunque, quelle che prendono vita con “La grande eredità” per sensibilizzare i giovani verso i beni culturali, spingendoli ad una partecipazione attiva verso la loro tutela e la conoscenza del territorio, insieme a nuove narrazioni in grado di rinnovare la storia locale, attualizzandola.

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