Milo, tra Efesto e Aci

Nella piazzetta principale del paesino etneo di Milo, appartenuto alla Contea di Mascali e abitato dal 1340 dal duca Giovanni D’Aragona, fondatore della chiesa di S. Andrea, davanti ai bronzi di Battiato e Dalla, di fronte a un panorama che spezza il fiato per la vertigine verso il mare e l’ombra di una montagna che non nasconde il suo aspetto minaccioso, si respirano note e musica anche in silenzio. Lontano dalle località balneari prese d’assalto in un agosto torrido, affacciati sulla terrazza panoramica, la vista gode di scorci pittoreschi e di tramonti sereni su cui si staglia la rocca di Tauromenio e a valle la riviera dove Aci e Galatea, nel racconto di Ovidio “Metamorfosi” libro XIII,  nonostante la bieca vendetta di Polifemo il cui amore la ninfa non ricambiò mai, si sono ricongiunti per l’eternità. Immaginare che in questi luoghi così suggestivi abbiano creato capolavori di musica e poesia, due grandi, le cui ville, a una manciata di metri l’una dall’altra, sono stati ricoveri di pace e ispirazione, risate, riflessione e convivialità, rende lo spettatore più vicino allo spirito di due maestri della musica italiana. La Sicilia è questo. Terra d’incontri, di arte, di contrasti forti e passionali. Da Zafferana a Milo sono solo pochi minuti in auto, tra le curve addolcite dalle fronde degli alberi che fanno archi di foglie e accanto roveti carichi di more. Sul grembo dell’Etna le tenute dei due artisti, immerse nel verde che guardano a valle verso il mare. L’autore del gruppo scultoreo in bronzo collocato in piazza Belvedere “Giovanni D’Aragona”ha colto e sintetizzato negli sguardi, nella postura, nella complicità di Franco e Lucio la vivacità artistico-creativa comune a entrambi e nutrita dall’unicità di un luogo che ancora riesce a non farsi contaminare dall’ovvietà del globale. 

Ripercorrere la via principale del paese, fermarsi al bar del centro, passare dalla piazza e provare a immaginare i due artisti in questi stessi luoghi, così semplici ed essenziali in una dimensione beatamente distante dal frastuono della tecnologia consumista.

Maestoso il vulcano che sovrasta le due ville immerse in grandi parchi verdi e alberati in cui ha vissuto per brevi o lunghi periodi chi ha fuso i propri pensieri con la natura per cogliere il senso più alto della bellezza e trasporla in musica e parole. 

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