Genitori con lo zaino a rotelle
Tutte le mattine all’ingresso delle scuole, i genitori accompagnano i proprio figli tenendoli per mano da una parte e dall’altra trascinando il carrellino dello zaino. Una volta erano i ragazzini ad affollare gli ingressi spalleggiando i compagni con cartelle stracolme di libri, oggi sono mamma e papà che si fanno carico dello zainetto e non solo. Passano le giornate a schizzare via come biglie ora per la scuola ora per lo sport o per il doposcuola, ore ad aspettare in macchina o a fare i conti con i minuti dell’orologio per essere puntuali all’uscita. In prima linea a organizzare merende, pomeriggi e cene per favorire la socializzazione del bambino, perennemente sotto esame e ascolto dallo psicoterapeuta per sapere se si agisce nel bene o se si può sbagliare e causare traumi alla creatura. Insomma, genitori iperprotettivi, insicuri, ansiosi, perennemente preoccupati sulla cosa giusta da fare. Ma come hanno cresciuto i figli i genitori di una volta? Prima i bambini andavano a piedi o in corriera a scuola, con la cartella sulle spalle. Già dalla primaria tiravano i primi calci al pallone o giocavano in gruppo per le strade. Erano responsabili, sapevano attraversare la strada e andare in bottega a fare piccole commissioni. Raggiungevano prima l’indipendenza e acquisivano sicurezza. Non era necessario che i genitori organizzassero i pomeriggi di socializzazione perché era naturale farlo da se. Si giocava, si studiava in serenità e senza ansie. I genitori davano loro educazione ed esempio senza passare dalla psicoterapia e, quando era necessario, punizione.
Così sono andate avanti intere generazioni, quelle che hanno fatto bella l’Italia, quelle che conoscevano il senso del rispetto e del limite, che avevano il sano timore di mamma e papà.
Quante cose sono cambiate. I nuovi equilibri sociali alterano il rapporto genitore figlio al punto che si rischia di rendere autonomi questi giovani quando sono già un po’ troppo cresciuti. Quindi, non si abituano alla responsabilità e al senso del dovere che caratterizza la vita dell’adulto e, una volta rotto il guscio della famiglia, è più difficile trovare la propria dimensione. In un’epoca in cui l’individualismo schiaccia il gruppo e il silenzio squarcia il dialogo, la via più semplice sembra quella dell’assecondare, dell’alleggerire, del proteggere a tutti i costi, anche quando non è necessario come trascinare ogni mattina lo zaino a rotelle.