Educazione e Formazione. Finlandia vs Italia

Recentemente è stata pubblicata sul web la lettera scritta da una mamma finlandese che, sedotta dalla bellezza e dal clima di Siracusa, decide di rimanere a vivere in città con la famiglia e iscrive i propri figli a scuola. Dopo circa due mesi però decide di fuggire via a causa del sistema scolastico  italiano, inadeguato per i suoi figli. Un’amara constatazione che tuttavia necessita di alcune considerazioni da parte di chi – nella scuola italiana anzi siciliana – ci lavora con passione e ci crede tanto. 

Indubbio che nelle scuole italiane, soprattutto quelle del sud, servono investimenti urgenti circa le strutture spesso fatiscenti e poco sicure. Dotare le città di edifici scolastici nuovi con laboratori di ultima generazione, aule spaziose e confortevoli, belle palestre e spazi ricreativi verdi, impianti di riscaldamento e refrigerazione è il primo passo da compiere.

Il nostro è un territorio complesso in cui la scuola ha un ruolo di cerniera e contenitore per superare il disagio giovanile e colmare gap di natura sociale, economica e culturale. Inclusione, potenziamento, riduzione della dispersione scolastica sono i temi su cui ci si misura quotidianamente. 

L’innovazione tecnologica, esistente in molte scuole già da anni, in potenziamento nell’ultimo biennio, implica la flessibilità mentale del docente, adeguatamente formato, e la sua capacità di adattare alle nuove generazioni strategie e metodologie in grado di facilitarne l’apprendimento. Quando l’Italia è andata in lockdown, la scuola siciliana, ad esempio, nonostante fosse affatto preparata alla gestione di un’emergenza di tale portata, ha raggiunto gli studenti nelle loro case, prima ancora che il Governo emanasse direttive e linee d’azione. 

Se ciò è stato possibile lo si deve alla premura e allo zelo dei docenti che si sono adoperati con qualsiasi strumento digitale conosciuto (wapp, meet, etc) pur di garantire la presenza dell’Istituzione ai propri alunni, in quei giorni difficili. Tutti gli operatori del comparto hanno fatto quadrato intorno agli studenti per sostenerli, rassicurarli e continuare a erogare loro i servizi scolastici essenziali.

In merito allo studio delle lingue straniere, oggi le scuole organizzano decine di corsi pomeridiani che danno ai frequentanti l’opportunità di ottenere, previo superamento dell’esame, le certificazioni linguistiche. I programmi Erasmus fanno da apripista per chi vuole approfondire l’apprendimento delle lingue comunitarie.

Infine, è lecito ricordare che il sistema socio-economico della Finlandia è molto diverso da quello italiano come differenti sono le radici storiche e culturali nonché gli aspetti bioclimatici. Quindi, la critica bonaria mossa dalla mamma che fugge con i figli dalla scuola italiana va letta al netto di queste semplici valutazioni. 

Che la scuola italiana abbia bisogno di aggiustamenti e riforme, è risaputo. Riforme che però non debbano guardare le realtà del nord Europa ma essere tarate alle necessità di un Paese che, nonostante tutto, continua a vantare uno dei sistemi di istruzione migliori al mondo. 

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