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Siracusa. Intitolata a Raffaello Caracciolo la Sala verde di Palazzo Vermexio

Il sindaco Italia: «Incarnò l’impegno politico in favore di Siracusa» 

Lo studio di rappresentanza del sindaco, la cosiddetta “Sala verde” di Palazzo Vermexio, da oggi è intitolata a Raffaello Caracciolo, storico primo cittadino di Siracusa, più volte vice sindaco e assessore, uno degli artefici della rinascita di Siracusa dopo la Seconda guerra mondiale.

La decisione del sindaco è stata del sindaco, Francesco Italia, che ha fatto apporre una targa all’ingresso della sala. Alla cerimonia hanno partecipato la vedova, Irene Bordone, i figli Marco e Fabio assieme allo loro figlie Irene, Agnese, Rachele e Cristiana; assieme a loro, la nipote Simona Falsaperla, addetto stampa di Confindustria Siracusa. Non hanno fatto mancare la loro presenza ben cinque ex sindaci: Benedetto Brancati, Gaetano Bandiera, Franco Cirillo, Marco Fatuzzo e Titti Bufardeci, oltre all’assessore alla Cultura in carica, Fabio Granata. La targa è stata scoperta dalle più piccole delle nipoti: Rachele e Cristiana.

La cerimonia, curata e aperta da Giuseppe Prestifilippo, è stata introdotta dall’esibizione di sette giovani violoncellisti della scuola media a indirizzo musicale “Paolo Orsi” che hanno eseguito “Viva la vida” dei Coldplay.

«Quello di oggi – ha detto il sindaco Italia – è un momento solenne onorare un amministratore che si è speso per la città e che ha lasciato in tutti un profondo ricordo. Un uomo che ha deciso di dedicare tutto il suo impegno alla politica con la P maiuscola nell’interesse della città».

Le nipoti Irene e Agnese hanno invece voluto ricordare “nonno Lello” che hanno imparato a conoscere a fondo solo quando non c’era già più, la sua profonda fede cristiana l’amore per la città e i siracusani che continuano a ricordarlo.

All’ex dirigente comunale Rosario Sarcià, infine, il compito di ricordarlo come il sindaco che ogni mattina, in cima alla sua agenda giornaliera metteva le richieste e le segnalazioni dei cittadini per migliorare il decoro della città. «Una passione sociale – ha detto – che gli veniva dall’educazione familiare e dalla profonda formazione politica».

L’intervento del sindaco Italia

Con la posa di questa targa nella Sala Verde di Palazzo Vemerxio, che poi è lo studio di rappresentanza del sindaco di Siracusa, consegniamo al ricordo di tutti l’uomo che per più lungo tempo ha incarnato l’impegno politico-amministrativo per Siracusa.

Raffaello Caracciolo faceva parte di quella schiera di giovani siracusani che, alla fine della Seconda guerra mondiale, caduto il fascismo e mentre lo Stato repubblicano iniziava a muovere i primi passi, si assunse l’onere e la responsabilità di far rinascere una città che, come il resto d’Italia,  era piegata, impoverita e incerta sulla direzione da prendere. Solo che, a differenza della maggior parte di quel gruppo di siracusani, l’avvocato Caracciolo, la passione per la politica l’ha sempre mantenuta viva, così come non si è mai sopito in lui l’amore per Siracusa nel cui interesse ha operato per oltre 60 anni in diversi ruoli istituzionali.

Un’esistenza politica, la sua, che è iniziata a Palazzo Vermexio e che tra queste mura si è chiusa nel 2008, quando cessò la carica difensore civico. Raffaello Caracciolo, appena 22enne, nel 1944, mentre ancora un pezzo d’Italia era occupato da nazifascisti, assieme a Giuseppe Agnello fu tra i fondatori della Democrazia cristiana. Due anni dopo sarebbe entrato nel primo consiglio comunale “repubblicano” e sugli scranni dell’assemblea cittadina sarebbe rimasto fino al 1980, tolto il quinquennio 1965/1970.

Una lunga vita da protagonista, la sua, nelle stanze e nei corridoi del Palazzo dei siracusani. Non si contano le volte, a partire dal ‘51, che fu vice sindaco e assessore, tanto nella prima quanto nella seconda fase della sua esperienza amministrativa. Di certo si sa che è stato in assoluto il sindaco più longevo della storia siracusana fino al 2007, quando, però, ormai da 13 anni era stata introdotta l’elezione diretta dei primi cittadini. Raffaello Caracciolo è stato interrottamente in carica dal 20 marzo 1957 al 6 febbraio 1965: poco meno di otto anni con in mezzo la tornata elettorale del 1960 dopo la quale fu riconfermato.

In anni in cui i sindaci erano in balia di accordi spesso effimeri, l’avvocato Caracciolo è rimasto un punto fermo riuscendo a dare continuità all’azione politico-amministrativa in un periodo molto delicato della storia siracusana. Superata la fase critica della ricostruzione post-bellica, Siracusa, con la nascita del petrolchimico e il passaggio dall’economia agricola a quella industriale, viveva appieno il boom economico che la portò a diventare una delle province meridionali a più alto reddito pro-capite. La popolazione cresceva, cresceva la domanda di case, di infrastrutture e di servizi e in questo contesto la continuità di gestione – di governance, diremmo oggi – fu importante.

Ancora più importante fu la sua capacità di sapere tenere tenere buone relazioni con i governi nazionali anche grazie agli ottimi rapporti con il ministro Scelba. Con Caracciolo Siracusa ricevette la visita di due presidenti della Repubblica: Gronchi, nel ‘60, e Segni, nel 1964, che non fecero mancare la loro presenza al Teatro Greco per le Rappresentazioni classiche. In quegli anni furono reperite le risorse per la realizzazione del lungomare di Ortigia, dalla Fonte Aretusa a piazza Cesare Battisti; nacquero il corso Gelone, il viale Teracati e la Panoramica della Neapolis.

Dal 1965 al 1970 fu presidente dell’Ente siciliano case lavoratori. Tornò in consiglio comunale dal 1970 al 1980, ricoprendo anche la carica di vice sindaco. Dal 1975 fu per un anno sub commissario dell’Istituto nazionale del dramma antico; dal 1980 al 1992,  fu componente della Commissione provinciale di controllo e, dal ‘92 al ‘95, presidente del Comitato provinciale della Croce rossa italiana.

Sarebbe tornato a Palazzo Vermexio nel 1994, quando fu scelto dal consiglio comunale come difensore civico, carica alla quale l’assemblea cittadina lo ha sempre confermato ad ogni rinnovo e che, in forza della grande esperienza amministrativa accumulata arricchita dalla competenza legale, lo poneva come anello di congiunzione tra i cittadini e l’istituzione comunale.

Con la fine del suo ultimo mandato, nel 2008, all’età di 86 anni, una anno prima della sua scomparsa, l’avvocato Raffaello Caracciolo lasciò Palazzo Vermexio.

Qui, come abbiamo visto, egli è stato protagonista di tante scelte importanti portate avanti nell’interesse generale, ed è qui, in questa sala che per tanti anni fu la sua stanza di sindaco, che merita di essere degnamente ricordato e consegnato alle generazioni future.

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