Paura nelle guardie mediche – medico si dimette
In un clima di psicosi e diffidenza verso il prossimo, come quello che stiamo vivendo a causa dell’emergenza conclamata, i casi di aggressione al personale sanitario di guardie mediche e pronto soccorso, invece di diminuire, aumentano. É il caso di una giovane dottoressa in servizio presso la guardia medica di Polizzi Generosa (PA), minacciata e aggredita dal familiare di una paziente, la sera del 26 febbraio scorso. Il motivo scatenante di tale raptus è stato quello di aver chiesto una visita domiciliare per la moglie, al fine di accertare un possibile caso di coronavirus. La dottoressa, non convinta che i sintomi evidenziati dalla paziente fossero riconducibili al Covid-19, non si è sentita di lasciare scoperto il presidio per effettuare la domiciliare, preferendo, invece, avviare il triage telefonico, come da protocollo imposto dal ministero.
Al rifiuto del giovane medico di visitare la paziente a casa, il marito l’avrebbe minacciata dapprima telefonicamente e, successivamente, in ambulatorio. Dal giorno dell’aggressione la dottoressa si è resa indisponibile al servizio interrompendo i turni e, non essendoci possibilità di assegnazione presso altre guardie mediche, ha gettato la spugna dando le dimissioni.
L’apporto di medici e specialisti è assolutamente fondamentale per la salvaguardia della salute pubblica, soprattutto in un momento come questo, in cui la preparazione e la professionalità di uno di loro potrebbe salvare la vita a molti. Ma la psicosi da Coronavirus dilagante, nella maggior parte della popolazione, incrementa la diffusione non tanto del virus quanto dell’ipocondria, rendendo probabili i casi di isterismi che sfociano nella violenza.
Viviana Nobile