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AUGUSTA, AGGUATO A UN IMITATORE DI CELENTANO

Ha dato la sensazione che si sia trattato d’un agguato la notizia dell’aggressione immotivata ai danni del 53enne Salvatore Galati, che ha acquistato una certa notorietà come imitatore di Adriano Celentano. L’aggressione è  avvenuta la sera di sabato 3 aprile, sul prolungamento di Via Catania, nei pressi dell’incrocio con Corso Sicilia,  sotto il ponte cavalcavia dedicato a Federico II, in un angolo buio. Verso le otto di sera del sabato santo, Galati era uscito per una passeggiata in bicicletta,  quando, passando proprio da queste parti, improvvisamente, è  stato aggredito da due giovani, che stavano seduti sotto il ponte in un’oscurità tale che non si era accorto di loro. Uno dei due aveva una bottiglia di birra con cui ha cominciato a colpirlo in faccia, sulla testa e sul busto. Caduto a terra, dalla bici, i due lo  hanno colpito a calci e a pugni su tutto il corpo. Ho gridato, cercato aiuto, ma nessuno è venuto, e, nonostante le urla, i due hanno continuato a coprirmi, mentre si chiudeva  a riccio e con le braccia si coprivo la testa, per parare i colpi, finché i due se ne sono andati a piedi, portando via, quasi certamente il cellulare, visto che Galati non lo trova e rivolge un pubblico appello per riaverlo, visto che conteneva molti indirizzi utili per il suo lavoro e per l’attività artistica  di cantante. Salvatore Galati è stato poi soccorso e portato in ambulanza all’ospedale Muscatello, dov’è stato ricoverato per tutta la domenica di Pasqua. E’ stato dimesso con prognosi trenta giorni. I medici hanno diagnosticato “contusione polmonare, frattura ossa nasali e setto nasale, infrazione d c4 profilo corticale antero superiore, infrazione III e IV costola sinistra, emorragia sottocongiuntivale OD.”Date le due festività contigue di Pasqua e pasquetta, Galati ha presentato la denuncia ai carabinieri di Augusta lunedì scorso e ha manifestato l’intenzione di presentare una denuncia al Comune volta a ottenere un risarcimento danni per l’aggressione perpetrata in una zona totalmente buia della pubblica via. Sotto il ponte c’è pure una lampada, ma è spenta da tempo immemorabile.

Cecilia Càsole

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