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“La questione meridionale nel post Covid: dall’Unione Europea una occasione di rilancio”: mobilitazione della società civile per infrastrutture e crescita industriale

“La questione meridionale nel post Covid: dall’Unione Europea una occasione di rilancio” il titolo del webinar organizzato da Confindustria Siracusa insieme al Lions Club Augusta Host e al Leo club di Augusta che si si è svolto ieri in diretta streaming. Dopo i saluti di Diego Bivona, Presidente di Confindustria Siracusa, Fabio Gaudioso, Presidente del Lions Club Augusta Host, Domenico Sangiorgi, Presidente Leo Club Augusta e Gloria Caristia, Presidente Leo Distretto Sicilia, sono intervenuti, Vito Grassi, Presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali e per le Politiche di Coesione Territoriale  e Vice Presidente di Confindustria; Luca Bianchi, Direttore di SVIMEZ eGirolamo Turano, Assessore alle Attività Produttive della Regione Siciliana. Le conclusioni sono state a cura di Mariella Sciammetta, Governatore del Distretto 108 YB Sicilia. 

“Non so se in futuro si presenterà un’altra opportunità come questa per sciogliere i nodi del Mezzogiorno che è, come è noto, fondamentale per far ripartire il Paese intero – ha detto in apertura Diego Bivona, Presidente di Confindustria Siracusa. “E’ necessaria una grande mobilitazione dell’intera società civile, dei corpi intermedi portatori di interesse e dei club service, al pari di quanto avvenuto in difesa della TAV Torino-Lione che ha visto tutte le regioni del Nord compatte e vincenti. Dobbiamo essere artefici e protagonisti del nostro futuro, determinando cosa è meglio per la Sicilia  in tema di infrastrutture, di sviluppo industriale e soprattutto in tema di riforme: non possiamo far decidere chi negli anni ’60 scelse di fermare l’autostrada A1 a Napoli o chi come oggi ha stabilito che l’Alta Velocità è un privilegio non per tutti al Sud. Così arrancheremo sempre ed gap sarà più difficile da colmare.  Non possiamo lasciare agli stessi decisori se il collegamento stabile tra Sicilia e Calabria serva ai siciliani ed ai calabresi o meno, altrettanto dicasi per una rete stradale moderna e sicura,  od ancora fare del Porto di Augusta, riconosciuto come “Porto Core” dalla UE, la piattaforma logistica del Mediterraneo per la strategica centralità. Sono in discussione i troppi diritti negati alle popolazioni del Sud del Paese: diritto alla salute, diritto alla mobilità, diritto al lavoro, diritto agli investimenti pubblici, diritto alla formazione, che portano migliaia di giovani a lasciare le proprie radici, impoverendo ancora di più i territori di provenienza. Occorre che i territori si facciano ascoltare, perché è nell’interesse generale avere un Mezzogiorno efficiente che sfrutti le enormi risorse e le metta a fattor comune del Paese”.

“Noi Lions – ha detto Fabio Gaudioso Presidente del Lions Club Augusta Host – con il nostro ruolo di cittadinanza attiva, non possiamo non partecipare a questo momento storico e fare la nostra parte. Noi Lions lo facciamo accendendo i riflettori  su un argomento che riguarda non solamente la popolazione italiana di oggi, ma anche e soprattutto le generazioni future. C’è la possibilità oggi di avere grandi investimenti che potrebbero mutare il nostro profilo sociale, il nostro sviluppo, il nostro welfare”.

“L’Italia in questo momento deve mettere in campo la massima competenza possibile, aprendo una stagione di dialogo, di scelte forti, all’altezza della complessità delle sfide che ci attendono. Confindustria – sostiene Vito Grassi Vice Presidente, Presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali e per le Politiche di Coesione Territoriale – ha espresso al premier il più convinto sostegno all’azione che dovrà intraprendere e la speranza che il consenso parlamentare, riservato al suo programma, sia ampio e solido, perché c’è davvero molto da fare e bisogna farlo presto e bene. A noi sta a cuore la cura e la ripartenza del Paese, e siamo pronti a dare il nostro contributo. La classe imprenditoriale del Sud si aspetta che il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza possa promuovere, così come chiede l’Ue, la crescita economica delle aree in ritardo per riallinearle all’economia delle altre regioni italiane ed europee, affinché il Mezzogiorno svolga a pieno la sua parte di contributo allo sviluppo del Paese. Dall’Europa viene richiesto che le risorse siano prioritariamente indirizzate a bloccare il crescente divario infrastrutturale tra regioni meridionali e settentrionali d’Italia: colmare il deficit di reti stradali, alta velocità, infrastrutture portuali per valorizzare il Mezzogiorno come baricentro dei corridoi di comunicazione e di trasporto tra l’Europa e le principali direttrici globali. La scommessa vincente ed utile a tutto il Paese potrebbe essere quella di  trasformare l’Italia in un grande  “hub euro-mediterraneo” degli scambi, aprendosi a economie che, in Medio Oriente come in Africa, o sono già emerse prepotentemente o lo saranno in futuro. Ma per vincere questa scommessa occorre ripartire dalla crescita infrastrutturale di tutto il Paese e del Mezzogiorno con la sua portualità, utilizzando al meglio strumenti già deliberati e attuativi come le Zone economiche speciali per attrarre investimenti ed insediamenti produttivi in una logica vincente pubblico-privato”.

“La gravissima crisi economica e sociale innescata dalla pandemia nel Mezzogiorno – ha detto Luca Bianchi, Direttore di Svimez – che ha perso il 20% del Pil rispetto al 2008 e due milioni e mezzo di posti di lavoro, ci fa presagire che finendo il blocco dei licenziamenti, gli ammortizzatori sociali e i ristori sarà ancora più pesante. Le opportunità legate al Next Generation Ue potranno rappresentare un cambio di passo solo se verrà attuata da subito una governance centralizzata per la gestione dei fondi pubblici, che preveda una riforma della PA e investimenti legati alla formazione, alla digitalizzazione e alla sostenibilità. Valorizzare le competenze esistenti nei territori, far crescere le start up innovative,  rafforzare il sistema industriale esistente, la cultura ed il turismo, sono gli asset dove occorre agire con una forte strategia nazionale di comando. A tutto ciò dovrà essere affiancata una politica di attrazione di investimenti esteri”.

“E’ evidente che, per quanto ci riguarda – ha detto l’Assessore alla Attività Produttive della Regione Siciliana Girolamo Turano – serve un nuovo Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che tenga conto delle peculiari necessità della Sicilia e del Mezzogiorno. Dal confronto che ho avuto con le realtà produttive e le università siciliane è emerso con chiarezza che nel PNRR prodotto dall’Italia per il Next Generation EU debbano trovare posto tre tipi di grandi interventi sul sistema infrastrutturale, su quello ferroviario e su quello portuale. Dal mio osservatorio, poi, considero indispensabile anche procedere al rifinanziamento delle ZES. In questo caso l’impegno finanziario deve essere connesso a tutte le ZES attive nel Sud – e dunque anche a quelle siciliane appena istituite –  e non può essere inferiore ai 200 milioni che erano già stati previsti per le ZES nel 2018 con il secondo finanziamento cui bisognava dare seguito con i provvedimenti tecnici del Governo. Come ha sottolineato ieri in Senato il Presidente Draghi, sono convinto che in questa fase sia fondamentale la “qualità delle decisioni” e il “coraggio delle visioni”.

Nelle conclusioni il Governatore del Distretto 108 Y Sicilia, Mariella Sciammetta, ha rimarcato il ruolo attivo e propositivo della società civile e dei Lions per far crescere la coscienza dei Siciliani di fronte all’ultima sfida per la crescita e lo sviluppo dei territori del Mezzogiorno e assicurare un futuro ai nostri giovani.

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